Tra storia e mito

33La storia del Castello

Furono gli Umbri i primi ad abitare la zona intorno al piccolo monte di Lizori, alle cui pendici sgorgavano allora le Fonti del Clitunno. L’intero luogo ebbe poi una notevole rilevanza con la grande Roma, quando il Borgo e la sottostante valle spoletana diventarono infatti presìdi privilegiati di condottieri e senatori, in età repubblicana e imperiale. E fu Caio Mario Silla, ad esempio, a far costruire nel II secolo a.C. la torre che a tutt’oggi sovrasta il Borgo.

Qui fecero tappa, in seguito, conquistatori d’Oltralpe come Barbarossa e Federico II. E Lizori – il suo monte e la sua valle – diventarono così, nei secoli, ostello esclusivo di Imperatori e poi anche di Papi. Torre d’avvistamento e fortificazione militare. Confine caldissimo tra Spoleto, Todi, Trevi e Foligno. Luoghi prescelti (dall’era longobarda e carolingia in avanti) da Duchi e Ducati, ma anche da mistici e religiosi: come nel caso di quei monaci dell’Abbazia di Sassovivo che, tra il 600 e il 700 (periodo di maggiore cristianizzazione del regno longobardo), avevano innalzato proprio a mezza costa del monte Revaglioso una chiesa dedicata a San Benedetto da Norcia con annesso priorato, sotto alla quale avevano preso a sorgere le prime case e si era andato via via formando l’insediamento medievale dall’assetto ancora attuale, con le sue strutture di difesa perimetrali.

fontidsc02812Giano bifronte

Dio degli “inizi” (materiali e immateriali), dell’“entrata” e dell’“uscita”, divinità tra le più antiche, a Giano bifronte erano dedicate – a valle di Lizori – quelle piscine che hanno dato il nome a Pissignano e al suo sovrastante Castello (poi Borgo S. Benedetto).

Proprio a lui era dedicato il Tempio eretto alle splendide sorgenti del Clitunno. E proprio nelle acque del Clitunno narra la leggenda che vivesse quella ninfa Camesena alla cui unione con Giano si fa risalire addirittura l’origine della stirpe italica.

rivIMG_0294“Non oltrepassare il Genio del luogo…”

L’espressione Genius loci deriva dalla conoscenza classica degli antichi romani: per i quali stava ad indicare l’anima, la “mente”, la presenza spirituale di un luogo, una presenza viva e intelligente che si incarna in uno spazio preciso, in una irripetibile alchimia fatta di variabili chimico-fisiche, ambientali, energetiche…

Criterio di scelta privilegiato, dunque, per luoghi privilegiati: ed ecco allora perché, probabilmente, un poeta come George Byron intimava al viaggiatore di “non oltrepassare, senza benedirlo, il Genio del luogo!”, riferendosi proprio a queste terre, dove giunse nella primavera del 1817.

34“Nihil jucundius vidi…”

Da Virgilio a Wolfang Goethe, da Plinio il Giovane ad Herman Hesse, da Giovenale a Caligola, fino ad arrivare a Maria Casimira Regina di Polonia… E poi ancora Hans Christian Andersen, Alexander Dumas padre, Charles Dickens…: Lizori e il suo territorio vantano all’attivo testimonianze di visitatori di rango, nobili e artisti (scrittori, pittori, poeti) di ogni angolo d’Europa. “Nulla di più bello della mia valle spoletana ho mai visto” (“Nihil jucundius vidi valle mea spoletana”): così, del resto, esclamò S. Francesco, di ritorno da Roma verso Assisi, passando proprio tra gli ulivi al di sopra del Borgo.
Alle fonti del Clitunno, ai monti sovrastanti, allo splendore della natura di questo luogo carico di gloriosa memoria storica, dedicò poi una delle sue odi più belle, a fine-‘800, Giosuè Carducci: al quale peraltro – invitato dai nobili del luogo una sera a cena a Pissignano – nessuno parlò dei fasti del castello.

  • Stranieri e non

    Strano destino, quello di un luogo storicamente mai abbastanza compreso da essere completamente abbandonato lasciando che andasse, in rovina. Nel corso dei secoli, in effetti, erano stati più che altro i cosiddetti “stranieri” – i Romani, Spello, Trevi, Spoleto, Foligno, artisti, letterati, regnanti, uomini di Chiesa – a riconoscerne il valore.

    Così, anche i privati che, dal 1976 in poi, l’hanno sottratto all’abbandono, arrivavano un po’ da tutta Italia. Ed oggi le abitazioni, le sale-convegno, i giardini, gli spazi per gli spettacoli, appartengono ad italiani, russi, brasiliani, singoli proprietari ed anche Fondazioni e Associazioni che operano in varie parti del mondo e condividono lo stesso progetto.

    Studiosi e studenti che partecipano agli appuntamenti di arte e di scienza promossi a Lizori vengono dall’Europa, dall’Australia e dalla Cina, dall’America e dall’Asia. Gli abitanti del luogo e le istituzioni del territorio hanno imparato a riconoscere la bellezza e la familiarità del Borgo il cui recupero, del resto, ha messo in moto una serie di circuiti virtuosi dai quali ha tratto beneficio l’intera zona. La piccola Lizori dalla storia millenaria abbarbicata sul fianco del Revaglioso è tornata ad essere patrimonio comune, in Umbria, in Italia e nel mondo.